mercoledì 10 settembre 2008

E venne il giorno (purtroppo)

(tadaaaah.... le recensioni)
UNA CAREZZA IN UN PUGNO: IL PUGNO
E venne il Giorno
2008 M. Night Shyamalan
Eccoci qua. Dopo che avevo difeso Shyamalan (detto che "il regista impossibile da scriversi senza fare il taglia e incolla") pure in quella ciofeca di Signs (diciamocelo, un divertente esercizio di stile, citazionista come piace a me, ma impresentabile sotto pressochè tutti gli altri punti di vista), ecco che Mister M.N.S. se ne esce con una roba di quelle-che-se-vedi-il-trailer-è-una-figata-ma-poi-maledici-il-momento-in-cui-hai-messo-su-il-dvd. Una truffa bella e buona spacciata per film proecologista/post 11 settembre. Definizione buona per un B movie con un budget di 5.000 euro, quelli in cui dici "sì però con i soldi che avevano hai capito che morale han tirato su?". Cioè, già The Village se lo tiravi per la punta del cazzo (cosa che non è divertente, ve lo giuro) ci poteva stare come divertente ritratto (???è che parodia non ci stava, metafora mi sembrava terrificantemente prosopopeico) dell'america (cioè degli USA, non ho ancora sentito di nessun film nicaraguegno sull'attacco alle twin towers e dubito che esista) post undicisettembre, questo "E venne il giorno" è un mirabile calcio nei coglioni eseguito con una tecnica da cintura nera secondo dan di taekwondo.
Innanzitutto vorrei proprio guardare negli occhi chi ha definito l'insopportabile monoespressivo Mark Wahlberg la nuova stella hollywoodiana, e soprattutto amerei sapere quale santo in paradiso può vantare Zooey Deschanel, diabeticamente zuccherosa, per aver avuto una parte in un film che, visti i fondi, poteva avere molto di meglio. Certo, il personaggio non aiuta: calare un'attrice tutta frangetta e occhioni belli (ma come cazzo si può mai pensare di darle il ruolo di Janis Joplin?Dico io Janis Joplin, quella era una vera rocker mica una sciacquetta dal viso odiosamente gentile!da sola questa rischiava di rovinare Almost Famous!) nel ruolo di un'odiosa donna "col trauma", dispiaciuta per essere andata a prendere un caffè con un collega all'insaputa del marito (e qui la domanda sorge spontanea: caffè significa al giorno d'oggi "chiavata selvaggia" e io sono rimasto al palo o forse è M.N.S. a essere rimasto ai tempi di Colazione da Tiffany?) e mortalmente insicura, distrugge qualsiasi tentativo di portare avanti un film quantomeno sensato.
Poi M.N.S. è conosciuto per essere uno a cui piace fare "i finali col botto" mentre qui, o la colpa è del mio cervello che si è arrogantemente evoluto (ma la vedo dura) o qui è proprio come mi è sembrato, ovverosia un malefico finale telefonato che non stupisce nemmeno uno che ha visto 10 minuti di film e poi si è addormentato.
Uno che ha visto 10 minuti di film e poi si è addormentato, peraltro, ha tutta la mia stima e simpatia, visto che tanto nel film non succede niente, e solo chi vuole molto bene a Mr. M.N.S., o gli deve un sacco di soldi a poker, può vederci allegre riflessioni su collettività e singolo o robe del genere. I personaggi sono macchiette e gli interventi da "deus ex machina" del regista fanno venire una tristezza assoluta. Perchè almeno se "E venne il giorno" volesse essere un blockbuster senza pretese, i colpi di scena si sprecherebbero, ci sarebbero pure grandiosi effetti speciali, battute esilaranti e robe del genere. Qui invece per effetti speciali si intendono piante che si muovono col vento, e non sto scherzando. L'unico sprazzo di umorismo (peraltro estremamente involontario) è Wahlberg che parla con una pianta (che, a mio umilissimo parere, recita meglio di lui). Roba da far apparire The day after tomorrow un Ralph Nader che sfida Dick Cheney.
Dai Shyamalan (copia e incolla, ovvio) alla prossima. inventati qualcosa di meglio.